Namibia: terra di safari e di paesaggi naturali selvaggi, certo. Ma anche l’aspetto umano merita considerazione durante un viaggio in questo stato ricco di sorprese, combinazione tra influenze europee e cultura africana ancestrale.
Innanzitutto, la Namibia è uno tra gli stati meno densamente popolati al mondo. L’inglese è la lingua ufficiale anche se è parlata come lingua madre solo da una ridottissima percentuale di bianchi. Lingue regionalmente riconosciute sono anche il tedesco, l’afrikaans e l’oshivambo. Nel sud del paese si parla soprattutto tedesco, retaggio di un lungo passato coloniale.
L'aspetto umano e culturale della Namibia vi incuriosisce? Ecco quello che vi occorre sapere prima del vostro viaggio.
Le etnie africane
Quasi il 90% della popolazione è nera, perlopiù del gruppo Bantu, a sua volta suddiviso in altre etnie, in particolare la Ovambo, che vive nel nord della Namibia secondo un’organizzazione matriarcale. Sempre del gruppo Bantu sono anche gli Herero, presenti perlopiù nel Kaokoland: durante la colonizzazione tedesca, ebbe luogo una sanguinosa rivolta Herero, ricordata come il peggior massacro nella storia del paese.
I Bantu sono generalmente di bassa statura e corporatura robusta. Si trovano anche neri del gruppo Khoisan o ottentotti, ovvero i San o Boscimani, cacciatori-raccoglitori che furono con buone probabilità i primi abitanti della Namibia, e i Nama, con il loro sottogruppo conosciuto come Topnaar. Questo secondo gruppo ha caratteristiche fisiche diverse: corporatura più sottile e pelle più chiara. Di questo secondo gruppo fanno parte anche i Damara, che abitano nelle regioni centrali
Nelle zone più isolate del Kaokoland vivono anche gli Himba, dediti alla pastorizia ancestrale: abitano in capanne di fango e sterco e conducono una visita semi nomade, spostandosi alla ricerca di nuovi pascoli per il bestiame. Le donne lasciano i seni scoperti e si ricoprono i capelli di grasso e ocra.
La minoranza bianca nelle città
Queste sono solo le principali etnie africane che popolano la Namibia, che è controllata e governata dalla ridottissima minoranza bianca, che vive nelle città.
I bianchi sono di origine boera, anglosassone o tedesca e in minima parte olandesi e persino portoghesi, a causa della vicinanza con l’Angola, ex colonia del Portogallo. Non mancano ovviamente persone di origine mista. A causa della complessità culturale ed etnografica, i nomi delle città sono di origine tedesca, ovambo e afrikaans. Le città fondate dai tedeschi, ad esempio Swakopmund, Windhoek e Luderitz, presentano ancora architetture tipicamente germaniche e tradizioni simili a quelle della Germania.
La maggior parte della popolazione delle città è cristiana luterana, con una piccola minoranza musulmana, mentre le etnie indigene mantengono le loro religioni e tradizioni.