Deserti, mare, canyon, fauna selvatica e città dalle atmosfere europee. La Namibia è una terra di contrasti, divenuta nazione solo nel 1990, ottenuta l’indipendenza dal Sudafrica e oggi scoperta dal turismo, per viaggiatori a caccia di safari e di escursioni indimenticabili tra le dune del Namib.
C’è chi la sceglie per un viaggio di nozze fuori dal comune (i costi dei servizi sono piuttosto elevati) e chi la sceglie per una fuga da tutto riscoprendo il contatto con la natura. Il rosso è il colore che fa da padrone nel paesaggio naturale: quello delle dune infuocate dai raggi di sole e dei canyon, scavati nel corso di millenni dai fiumi.
Ntauralmente la Namibia è anche terra di safari, con un’elevatissima popolazione di ghepardi, ma limitarsi alla ricerca della sua fauna sarebbe decisamente riduttivo.
State progettando un viaggio? Ecco i luoghi da non perdere durante la vostra avventura in Namibia.
Viaggio su misura in Namibia: come costruire un itinerario
Avete voglia di creare un itinerario su misura e non sapete da dove partire? Ecco una mini guida ai siti di interesse da non perdere, dalle città alla natura incontaminata, per un viaggio in Namibia che lasci ricordi indelebili.
La capitale: Windhoek
Windhoek è la capitale della Namibia, un tempo residenza del capo Nama. La zona fu colonizzata dai tedeschi sul finire dell’Ottocento e la città divenne sede del governo coloniale, occupata dai sudafricani durante la prima guerra mondiale. La capitale presenta un clima semi-desertico, molto caldo in estate e con temperature intorno ai 15 gradi in inverno, che corrisponde ai mesi da giugno ad agosto.
Che cosa vedere a Windhoek? Sicuramente d’interesse sono i tanti edifici coloniali, tra cui la Chiesa luterana di Christuskirche, un misto di neogotico e art nouveau. Da non perdere sono anche la cattedrale Cattolica di Santa Maria e l’Alte Feste, antico forte tedesco. Nel quartiere di Post Street Mall si possono invece ammirare i meteoriti Gibeon, rinvenuti a inizio Novecento in Namibia settentrionale.
Swakopmund
Swakopmund è una cittadina nell’ovest della Namibia, affacciata sull’Oceano Atlantico e attraversata dal fiume Swakop, da cui prende il nome. Chiusa tra l’oceano da una parte e il deserto del Namib dall’altra, presenta interessanti esempi di architettura coloniale, tra cui la prigione di Altes Gefängnis e la Wörmannhaus. Nei dintorni si trovano importanti siti di interesse naturale, in particolare le dune di sabbia.
Parco nazionale Etosha
Siete alla ricerca di safari? Ecco il posto giusto: il parco nazionale Etosha, nel nord della Namibia. Il suo nome in lingua oshivambo significa “grande luogo bianco”, probabilmente in riferimento alla sabbia del deserto di sale che occupa una parte del territorio.
Il fulcro del parco è l’Etosha Pan, una depressione salina che milioni di anni fa era probabilmente un lago. Durante le alluvioni delle stagioni delle piogge, l’Etosha Pan si riempie ancora oggi d’acqua ed è un ottimo punto di osservazione degli animali selvatici che vengono qui ad abbeverarsi. Il parco Etosha ospita infatti oltre cento specie di mammiferi, tra cui elefanti, zebre, giraffe, orici, gnu, leoni, iene, leopardi, ghepardi e l’endemico impala dal muso nero.
In questa regione abitano da sempre i San o boscimani e gli Ovambo, l’etnia prevalente, sopraggiunta in seguito.
Sossusvlei e Deadvlei
Il Sossusvlei letteralmente si riferisce ad una pozza nel deserto del Namib meridionale, che col tempo è venuto ad indicare l’intera area circostante. Si tratta di una delle zone più popolari e apprezzate del Parco nazionale Namib-Naukluft, caratterizzato da sabbia di colore rosso acceso, causato dalla composizione ferrosa della sabbia e dall’ossidazione. Più le dune sono rosse e più sono antiche. Le dune del Sossusvlei sono le più alte del mondo (oltre i 200 metri), le più interessanti sono la duna Big Daddy e la duna 45, così chiamata perché collocata a 45 km dalla strada che porta da Sesriem a Sossusvlei.
A due chilometri da Sossusvlei si trova Deadvlei, una depressione di sabbia bianca. Un tempo qui sorgeva un’oasi di acacia, poi scomparsa a causa del mutamento del corso del fiume che la alimentava. Oggi il Deadvlei è una regione arida e deserta (il suo nome significa “pozza morta”), con acacie morte di colore nero che fanno contrasto alle dune rosse. Un luogo surreale che promette di essere indimenticabile.
Fish River Canyon
Il Fish River Canyon è un luogo magico nella Namibia del sud, secondo per dimensioni al Grand Canyon americano. Si estende per 160 km ed è profondo anche oltre 500 metri. Fu creato principalmente dai processi erosivi causati dal Fish River, oggi quasi sempre in secca. Nel canyon si trovano i caratteristici alberi faretra e una pianta velenosa, il melkbos. Essendo una delle principali attrazioni della Namibia, è assolutamente da non perdere.
Twyfelfontein
Twyfelfontein è una valle del Damaraland, famoso perchè conserva diversi dipinti rupestri e graffiti dell’età della pietra sulle sue rocce d’arenaria. Per questa ragione è monumento nazionale dal 1952. Si pensa che gli autori dei dipinti rupestri siano gli antenati dei San. I dipinti raffigurano perlopiù scene di caccia. L’ambiente è semi desertico.
Walvis Bay
Walvis Bay è una città a 30 km da Swakopmund, affacciata sull’Oceano Atlantico. Il suo nome in olandese significa “baia delle balene”: la sua baia è effettivamente ricca di plancton ed ospita molte creature marine. A Walvis Bay, oltre alla baia ricca di fenicotteri, si può vedere la Rhenish Mission Church e il Walvis Bay Museum, con documenti e oggetti sulla storia locale.
Sesriem
Sesriem è una località nel deserto del Namib, famosa per l’omonimo canyon. L’insediamento umano è composto esclusivamente da un benzinaio, un negozio di alimentari e poco altro: la vera attrazione resta il fenomeno naturale, creato nel corso del tempo dal fiume Tschaub nella roccia sedimentaria. Il canyon è lungo un chilometro e raggiunge una profondità di 30 metri.
Lüderitz
Lüderitz è una piccola città a sud ovest della Namibia, soprannominata “Monaco del deserto” per via delle sue architetture in stile bavarese. La città prese il nome dal commercinate di tabacco Adolf Lüderitz che acquistò terreni nella zona per la ricerca di metalli preziosi, che non riuscì a trovare. La città riuscì a prosperare grazie alla pesca.
Kolmanskop
Kolmanskop è una “città fantasma” nel deserto del Namib, in Namibia del sud, a poca distanza da Lüderitz. La città fu fondata da alcuni ricercatori di diamanti tedeschi a inizio Novecento: anch’essa dunque presentava edifici nel tipico stile della Germania dell’epoca. La città fu però progressivamente abbandonata durante la prima guerra mondiale, a causa del calo dell’attività estrattiva. Oggi restano solo i ruderi delle strutture: l’ospedale, la sala da ballo, la scuola, il casinò, con le stanze invase dalla sabbia del deserto. Un luogo inquietante e surreale, spesso colpito da tempeste di sabbia, che farà la gioia dei fotografi. Per visitarla oggi occorre un’autorizzazione perchè si trova nella Sperrgebiet, la vecchia zona proibita nel deserto del Namib destinata all’estrazione di diamanti.
Spitzkoppe
Lo Spitzkoppe è una formazione rocciosa con vari picchi granitici nei pressi di Swakopmund, nel deserto del Namib. Si pensa che abbia oltre 700 milioni di anni e può essere scalata. Nelle vicinanze si trova anche una formazione più piccola detta Piccolo Spitzkoppe.