Chi sono gli Inuit, questo misterioso popolo di cui si sente parlare solo ogni tanto? Il termine significa "umanità" ed indica un popolo dell'Artico che discende dalla civiltà Thule. Gli Inuit appartengono al gruppo dei popoli eschimesi insieme agli Yupik: i primi vivono in Alaska del nord, Groenlandia e Canada, i secondi in Alaska occidentale e nell'estremo oriente russo. Il termine eschimese significa "mangiatore di pesce crudo", ma non chiamate un Inuit eschimese, pare che preferiscano essere indicati con il loro nome specifico.
Gli Inuit di Groenlandia abitano un territorio dalle condizioni climatiche estreme, in gran parte composto dalla tundra e dal permafrost. Rappresentano il 90% della popolazione groenlandese, mentre il restante 10% è composto da europei, soprattutto danesi (la Groenlandia fa parte del Regno di Danimarca).
Se state pensando di affrontare un viaggio verso la Groenlandia, sicuramente un incontro con questa incredibile popolazione è da tenere in conto. Ecco 10 cose da sapere sugli Inuit prima di partire.
Cultura: la proprietà privata non esiste
Per gli Inuit il concetto di proprietà privata non esiste e non esistono capi né strutture di governo. La società Inuit si basa sulla solidarietà tra villaggi e sul possesso collettivo dei beni. I bambini sono costantemente oggetto di attenzioni, ma vengono lasciati crescere liberi, senza alcun castigo, rimprovero o punizione. Gli Inuit vivono prevalentemente di caccia e di pesca. La pesca avviene nei fiumi, mentre la caccia si concentra su caribù oppure foche, balene e trichechi.
Nel corso dei secoli, gli Inuit hanno imparato ad adattarsi al freddo sfruttando sapientemente i materiali disponibili e i residui della caccia, realizzando pesanti capi d'abbigliamento in pelle, pattini di slitta con carne congelata e arpioni di corno o avorio. Siccome nella loro terra crescono solo muschi, non hanno idea di che cosa sia un albero. Sono forse l'unico popolo al mondo a non aver mai combattuto una guerra.
Lingua: hanno tantissimi termini per definire la neve
La lingua Inuit è un'idioma parlato su un territorio vastissimo, dalla Groenlandia all'Alaska (in Russia si è quasi estinta) e, come è comprensibile, presenta varie differenziazioni in base alle regioni. Quello che accomuna tutti i sottogruppi linguistici è però la ricchezza lessicale per indicare la neve. Pensate di vivere infatti in un territorio dove dalla neve dipende tutto: serve a costruire gli iglù quando si ammassa a terra, può essere bevuta quando si scioglie, può impedire gli spostamenti quando è abbondante. In base alla neve, si scelgono i percorsi da compiere in slitta, dove costruire le case, dove e come svolgere una battuta di caccia. La neve può persino diventare un pericolo.
Perciò non c'è da stupirsi se gli Inuit hanno moltissimi termini per definire ogni sua forma; dalla neve che cade a quella caduta da poco, da quella soffice a quella che rende difficile camminare, da quella su cui è piovuto a quella che precede l'arrivo dell'inverno.
Esistono persino dei verbi specifici legati alla neve, ad esempio per indicare l'attività di lavorare la neve o di sciogliere la neve in una bevanda.
Religione: lo sciamano spesso è donna
La religione Inuit si basa sulla credenza che gli animali e gli elementi naturali siano possessori di uno spirito. La figura principale per la religione è lo sciamano, spesso di sesso femminile, che può cadere in trance al suono dei tamburi durante le cerimonie sacre.
In questa occasione, intercede presso la dea tricheco Sedna e porge le richieste degli abitanti della comunità. Si pensa che lo sciamano o la sciamana, quando è in questo stato, possa persino prevedere il futuro.
Come gli Inuit tutelano i propri diritti
La cultura e la sopravvivenza degli Inuit è fortemente minacciata. Da una parte, i cambiamenti climatici stanno fortemente modificando l'ambiente in cui questa popolazione si è abituata a vivere da secoli. Dall'altra, le attività di estrazione e sfruttamento delle risorse naturali della Groenlandia da parte delle multinazionali occidentali sta sottraendo risorse e spazi, costringendo queste popolazioni ad abbandonare il loro stile di vita tradizionale.
La conseguenza è che gli uomini e le donne Inuit sono soggetti a depressione e spaesamento, che spesso sfocia in alcolismo e suicidi. Infine, paradossalmente, le forti pressioni da parte di organizzazioni a tutela dell'ambiente per il divieto di caccia alle foche sottrae agli Inuit la loro principale fonte di sostentamento.
Oggi, gli Inuit hanno costituito l'ICC (Inuit Circumpular Council), un'organizzazione non governativa che tutela l'ambiente e le istanze culturali di circa 160.000 indigeni che abitano in Groenlandia, Alaska e Siberia, allo scopo di sensibilizzare i governi delle nazioni sulle loro necessità.
Come si costruisce e come è fatto un igloo
L'iglù è la tradizionale abitazione a cupola sferica degli Inuit per l'inverno. L'iglù, soluzione abitativa ormai abbandonata dagli anni Settanta, veniva realizzato incastrando mattoni di ghiaccio l'uno sull'altro. Una volta costruita la cupola, veniva scavato un ingresso sul davanti, che proseguiva in un corridoio che permetteva di accedere all'interno. Sulla parete di fronte si creava una finestra, chiusa con pelle di foca o una lastra di ghiaccio sottile. Sul tetto di creava un foro, da cui potesse uscire il fumo del fuoco utilizzato per riscaldarsi e per cucinare. L'interno era foderato con pelli di renna, utilizzate anche per i letti. L'illuminazione interna era data da una lampada a grasso di foca. In alcuni villaggi, gli iglù erano comunicanti tra loro tramite corridoi, così da rendere possibile il passaggio da una casa all'altra senza uscire in caso di condizioni metereologiche particolarmente difficili.
In estate, gli Inuit si trasferivano invece in tende fatte con pelle di foca o caribù, sorrette da pali di legno o costole di balena.
La musica degli Inuit
La musica per gli Inuit è molto importante per le cerimonie rituali e ha origini antichissime. Basata sull'uso di tamburi, conduce lo sciamano allo stato di trance, accompagnata da danze e da canti gutturali, recitativi, cantilenanti e dai ritmi complessi, detti katajjaq. A partire dal diciannovesimo secolo, con l'arrivo in Groenlandia dei primi europei, la musica Inuit ha subito alcune influenze: ad esempio irlandesi e scozzesi hanno introdotto la fisarmonica e la giga.
Kayak è una parola Inuit
Il kayak indica un'imbarcazione utilizzata per la caccia in acqua durante l'estate ed è l'unico termine Inuit presente nella lingua italiana. Il kayak tradizionale era estremamente funzionale al suo scopo e al suo utilizzatore, ad esempio doveva essere lungo tre volte l'altezza del cacciatore. I kayak venivano un tempo realizzati con assi e ricoperti di pelli di foca cucite tra loro con fili, un tempo realizzati con tendini di animali marini. Una volta così assemblato, il kayak veniva lasciato ad essiccare al sole per rendere le pelli di foca perfettamente aderenti. Infine, l'imbarcazione era ricoperta di grasso di balena. Il kayak è utilizzato ancora oggi, con opportune modifiche: per la sua costruzione vengono utilizzati infatti anche nylon, filo interdentale o bidoni. I kayak sono talvolta motorizzati o realizzati in vetroresina.
Robert Peroni: Inuit si nasce oppure si diventa
Robert Peroni è uno scalatore italiano, laureato in piscologia e originario dell'Alto Adige, che si innamora della Groenlandia a quarant'anni, nel 1980, dopo aver guidato una spedizione di trenta persone per tre settimane, spedizione nella quale incontra il popolo Inuit per la prima volta a Tasiilaq. Da questo momento e per una decina d'anni a seguire, inizia a fare la spola tra Italia e Groenlandia occupandosi di spedizioni, anche a scopo scientifico, decidendo infine di stabilirsi in via permanente presso la comunità Inuit, per dare sostegno e voce alle sue istanze. Peroni impiega alcuni anni ad adattarsi al nuovo stile di vita, molto diverso da quello occidentale, oltre che alle condizioni climatiche, ma riesce infine ad integrarsi completamente. Acquista una casa, la Casa rossa, dove aiuta i giovani Inuit in difficoltà, che diventa poi anche un albergo per turisti ed esploratori. Una casa con cui dà anche lavoro a persone locali, che a causa dei divieti di caccia alle foche, faticano a trovare nuove forme di sostentamento. Peroni desidera, con il suo stile di vita e con le sue pubblicazioni, dare voce ad un popolo che rischia di scomparire.
Dove vivono gli Inuit in Groenlandia
La popolazione Inuit vi affascina? Prima di partire per il vostro viaggio in Groenlandia, vi occorre sapere che l'enorme isola è abitata da circa 56mila indigeni, sparpagliati in insediamenti molti lontani tra loro (la Groenlandia è una delle terre meno popolate al mondo). Durante un tour in Groenlandia, l'incontro con questa popolazione, abituata a vivere anche con -40 gradi in inverno, è sicuramente un'esperienza consigliata. La popolazioni degli Inuit, che dagli anni Settanta vivono in case e non in iglù, si incontrano soprattutto a Kulusuk e Tasiilaq. Da non perdere è l'esperienza del kaffemik, un tradizionale momento di ritrovo in un'abitazione dove viene servito del caffè.
Gli Inuit nel cinema
Esiste un film che racconta la cultura Inuit: si tratta di "Atanarjuat", o " Atanarjuat il corridore" (in inglese "Atanarjuat the fast runner"), uscito nel 2001, la cui trama si basa su una leggenda Inuit tramandata oralmente sin dai tempi antichi. La storia racconta di un uomo Inuit che sfugge ad un tentativo di omicidio, corre nudo nella neve e torna per vendicarsi. Questo il film è importante per almeno tre motivi: il primo, perchè è stato il primo ad essere diretto da un regista Inuit, Zacharias Kunuk; il secondo, perchè offre uno spaccato su questa cultura, sulla sua storia e soprattutto sulla sua lingua, essendo stato girato in lingua Inuit con sottotitoli nelle altre lingue. Infine, è un film che aiuta i giovani Inuit a capire le radici del loro popolo in un momento di difficoltà per questa popolazione. La pellicola è stata girata consultando gli anziani Inuit della Groenlandia.
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